Hera Team per la Sala Multimediale di Archeologia Marina del Museo di Capo Colonna
Risorgere.
Rievocare un glorioso passato in cui Crotone, all’epoca
Kroton, era una delle più fiorenti poleis della Magna Grecia. È
questo il traguardo che i cittadini crotonesi vorrebbero
raggiungere ma, come ben si sa, si parte da piccoli passi per
ottenere un grande fine. E uno di questi piccoli passi verrà mosso
dall’Hera Team, una squadra di studenti appartenenti
alla classe 3C del Liceo Scientifico Filolao di Crotone. Ma
perché questi ragazzi vogliono portare avanti questo
progetto (il cui scopo lo specificheremo tra pochissimo)? Beh,
c’è da dire innanzitutto che Crotone fu fondata dai
coloni greci, gli Achei, popolo proveniente dalla regione
dell’Acaia, nel 710 a.C. Questi si stabilirono in un
luogo allora presidiato da indigeni e, da quel momento in
poi filosofi, matematici, atleti centrarono la loro sede a
Kroton, rendendo la città la colonia più ricca e
prolifera della magna Grecia, simbolo di cultura a
livello intellettuale e sportivo. Per noi dell’Hera Team, come
per tutti i cittadini crotonesi e non solo, è inaccettabile la
situazione in cui si trova attualmente la città che ospitò
Pitagora, eccellente matematico, filosofo e astronomo,
Milone, vincitore per trentatre volte di tutte le competizioni
sportive delle Olimpiadi dall’Antica Grecia, Alcmeone,
medico e filosofo, Filolao, uno dei maggiori esponenti della
scuola pitagorica, ecc …
Ma
cos’è l’Hera Team?
“Lei
è sempre lì, a dominare il Mar Ionio dal suo promontorio.
Regina indiscussa di Crotone, protetta nei secoli dai due guerrieri
dei bronzi di Riace, coloro che rimasero per tempo immersi nel
Tirreno, estendendo sulla Calabria il potere di Hera”
E
“Lei”, la colonna di Capo Colonna, l’unica sopravvissuta
alle “ribellioni” del mare ad essa sottostante, dà nome al
nostro gruppo. Eh, già, perché la colonna appartiene ai resti
del tempio sacro di Hera Lacinia, sorella e moglie di Zeus. La
colonna, tra l’altro caratterizzata da un capitello “dorico”,
è sempre stata simbolo della città pitagorica e, in quanto
tale, non poteva che non essere adottata da noi come
icona per il team.
Ora
vi starete chiedendo: chi siamo noi? Qual è il nostro scopo?
Ecco
a voi l’Hera Team:
è
una squadra di ventidue ragazzi, di cui quattordici maschi e
otto femmine, divisi in otto ruoli: Analista, Blogger, Coder,
Designer, Head of Research, Project Manager, Social Media
Manager e PR, Storyteller.
Sono
la capacità nell’elaborare i dati e nel gestire ogni mezzo
di comunicazione a rendere Oliverio Giulia, Oliverio Nadia e
Santoro Rosanna delle Analiste impeccabili.
La
capacità nello scrivere e il costante interesse sui fatti di
attualità fanno sì che Lucanto Matteo, Pirillo Marco e
Rapagnetta Salvatore siano dei Bloggerd’eccezione.
Coder e Head
of Research (o Scout), ruoli apparentemente diversi tra di
loro, ma che convivono con un rapporto di estrema intesa, lo
stesso rapporto che vi è rispettivamente tra Tropiano Antonio e
Adamo Danilo, D’Alessandro Mario e Federico Mattia.
Eppure c’è chi svolge entrambi i compiti, come Bilotta Emilio
e Carlozzo Giuseppe.
Puro
talento nell’utilizzo del computer e di programmi di grafica
ed editing fanno sì che Scerra Alessandro e Vrenna Serena
facciano sempre la differenza come Designer.
È
da come si mantiene la lucidità in momenti difficoltosi che si
definisce la qualità di un Project Manager: proprio per
questo abbiamo deciso di affidarci all’organizzazione e alla
coordinazione di Bellassai Nicolò, Bisciglia Marta, Lidonnici
Saverio e Scerra Alessandro (anche per lui doppio
incarico!).
Esperienza
e attività su ogni social network: Bonifati Ines e Russo
Giorgia, Social Manager e PR di lusso!
Trovano
sempre le parole giuste al momento giusto: impossibile
trovare Storyteller più affidabili di Elia Giada, Lamazza
Francesco e Milito Fabio.
Questo
è il gruppo che affronterà uno “scandalo” iniziato nel
2009, quando furono finanziati €600.000 per la realizzazione
della sala multimediale del museo e per strumenti di
archeologia marina. Tuttavia solo l’84% del finanziamento
risulta essere utilizzato e ciò che appare agli occhi del
visitatore sono una sala non completata, macchinari mai
messi in funzione, cavi elettrici in vista e attrezzatura
per l’archeologia marina inesistente. Noi ci
mobiliteremo chiedendo informazioni ad associazioni
esperte sul tema, come il Gruppo Archeologico Krotoniate (dr.
Fabiano), Jobel, direttore Museo Archeologico di Crotone,
Lega Navale di Crotone e la Protezione Civile di Crotone (Carlo
Tansi) tramite interviste, report, focus e conferenze per promuovere
la valorizzazione ed il completamento di questo progetto; noi
confidiamo che il nostro impegno e il nostro lavoro
avranno sicuramente un impatto positivo sul panorama
culturale di Crotone e, di conseguenza, l’aumentare
del turismo, porterà anche a benefici economici per il
nostro territorio.
Noi,
discendenti di una stirpe che ha fatto la storia dell’indomita
Crotone,
ci imbattiamo in questo progetto.
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